Zigolo dolce, tiger nut, xufa in valenciano, mandorla di terra: i nomi sono tanti per questo tubero che può essere consumato dopo l’essiccazione, regalando al palato note dolci e amarognole, con sentori di frutta secca.
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COS’È LO ZIGOLO DOLCE
Si presenta come una pallina dura, un tubero che assomiglia alle noci o alle mandorle, fra dolcezza e acidità – quest’ultima nota rende lo zigolo particolarmente interessante da mangiare. È ricco di acido oleico (grasso monoinsaturo dai diversi benefici), fibre, minerali, proteina, grassi insaturi e vitamine.
Ancora molto poco conosciuto in Italia e all’estero, in realtà la sua storia è molto antica: le prime coltivazioni risalirebbero a 4.000 anni fa. Al momento a coltivarlo su larga scala sono gli spagnoli, a Valencia nella fattispecie: la Chufa qui è diventato addirittura DOP. Si pianta fra aprile e maggio e si raccoglie sul finire dell’autunno, in genere fra novembre e dicembre.
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Oltre ai preziosi grassi vegetali gli zigoli dolci sono anche ricchi di fibre. Cosa significa? Già con un bicchiere del famoso latte di zigolo dolce di Valentia, la cosiddetta horchata de chufa, puoi coprire un quarto del fabbisogno giornaliero di fibre. La straordinaria combinazione dei componenti rende questa farina uno dei superfood che ben si adattano anche ad una nutrizione basica. E la cosa migliore è: chiunque la può gustare! Persone che vogliono mangiare senza glutine e anche le persone allergiche alle noci. Anche se lo zigolo dolce ricorda nel sapore le mandorle, appartiene alla famiglia delle Cyperaceae. Ma quale parte della pianta viene effettivamente utilizzata? Il nome lo suggerisce: i piccoli tuberi crescono sotto terra direttamente alle radici.